PEDICULUS HUMANUS CAPITIS e PEDICULUS HUMANUS VESTIMENTORUM
(Il pidocchio del capo e il pidocchio delle vesti)

pediculus humanus

Il Pidocchio del capo, definibile scientificamente col nome di Pediculus Humanus capitis, è un insettino che a seconda del sesso a cui appartiene, presenta aspetto e anche dimensioni diverse.
Le femmine misurano sino a 3 mm e 1/2 di lunghezza ed hanno sempre un addome slargato (sino a quasi 1 mm e 1/2) sui lati del quale sono ben visibili gli stigmi, come d'altronde sono ben visibili anche quelli che trovansi sul torace.
Esse hanno il corpicciolo di colore avana coi margini nerastri, le antenne corte, di cinque articoli, gli occhi ben visibili, convessi.
Quasi tutto il corpo presenta setole rade, di varia lunghezza e disposte con poco ordine.
I maschi si distinguono perchè sono sempre più piccoli, da meno di 2 a 3 mm, hanno l'addome più stretto, ed inoltre sono dotati di due piccole fasce trasversali brune su quasi tutti i tergiti.
Questi pidocchi vivono elettivamente sulla testa delle persone scegliendo su di essa le parti più riccamente coperte di peli, e dove è più difficile che possano essere colpiti dalla luce.
Di solito danno la preferenza assoluta alla regione della nuca, dove di norma, anche nelle persone di una certa età, il numero di capelli per centimetro quadro è maggiore, e dove non è facile che giungano in abbondanza i raggi luminosi.
In queste zone ombrose, i pidocchi se ne stanno di solito verso la base dei peli, così saldamente attaccati ai peli stessi mediante le caratteristiche unghie che, anche se urtati dai denti di un pettine sono difficilmente staccati.
Di tempo in tempo, di solito tre volte nel corso della giornata, lasciano il sostegno, si portano sulla pelle e, confitto il rostro, cominciano a succhiare.
Gonfi di sangue tornano ai loro capelli e vi si afferrano.
Se l'ospite, privo di di cappello, si espone al sole, i pidocchi, lucifugus e bisognosi di stare sempre in ambiente che abbia quella determinata temperatura (nel caso dell'uomo intorno ai 37° C) migrano dalle zone troppo illuminate a quelle meno illuminate, da quelle più calde a quelle meno calde.
Sempre rimanendo nel loro ambiente, i pidocchi compiono le nozze, per le quali il maschio si pone sempre sotto il gran ventre delle femmine, e queste, dopo breve tempo cominciano a deporre le uova, i ledini come si dice in termine comune.
Le uova sono lunghe un pò meno di 1 mm, larghe meno di mezzo, con un opercolo decorato di forti rilievi, ed hanno una colorazione bianchiccia.
Madri assai provvide, le pidocchie, mediante una sostanza apposita, incollano tutta la parte bassa dell'uovo ai peli, in modo che sia disposto con l'asse maggiore quasi parallelo al capello, e con il polo superiore, quello dotato di coperchietto, rivolto verso l'alto, o comunque libero.
In una ventina di giorni una femmina può attaccare ai capelli sino a 300 uova.
Se tutte le condizioni dell'ambiente sono buone, dopo 6-7-8 giorni dal momento della deposizione, il pidocchio è già compiutamente formato.
Esso fa forza contro l'opercolo, lo solleva, esce, e subito si attacca ai capelli circostanti.
Già all'atto della nascita gli anopluri sono forniti di micetoma, poichè elementi di micetoma stesso, migrano dalla parete intestinale della madre sin nelle uova, quindi possono insinuarsi nelle celle del nuovo individuo.
Se il micetoma mancasse, i pidocchi sarebbero destinati ad una vita stenta, difficile, e condannati poi a morte senza aver assicurato la discendenza.
Gli elementi del micetoma infatti, non sono parassiti, ma simbionti, necessari alla crescita e alla riproduzione.
Privare artificialmente i pidocchi dei loro microscopici alleati, significa condannarli a morte a breve scadenza: 6 giorni.
I pidocchietti neonati, dunque, si portano ben presto sulla pelle, succhiano sangue, conducono insomma, una vita eguale a quella degli adulti di cui hanno la forma.
Entro 10 giorni, dopo aver compiuto tre mute, diventano adulti e, se si tratta di femmine, a due giorni di distanza dal momento in cui compiono l'ultimo cambio di spoglia, possono accoppiarsi e cominciare a deporre uova.
In 20 giorni, insomma, si può giungere da uovo a femmina capace di mettere al mondo discendenti.
Se si pensa che ognuna può deporre sino a 300 uova, è facile calcolare come da un modesto numero di individui si possa in brevissimo tempo arrivare ad una popolazione numerosissima di esseri avidi di cibo, succhiatori instancabili, ognuno dei quali non solo mangia, ma come ovvio, depone feci sul cuoio capelluto.


I Pidocchi delle vesti, che scientificamente sono noti col nome di Pediculus humanus vestimentorum, si distinguono da quelli del capo, innanzitutto per le dimensioni maggiori; le femmine infatti possono misurare sino a 4 mm di lunghezza e avere l'addome largo più di 1 mm e 1/2, ed i maschi giungono normalmente a 3 mm, e talvolta, sia pure di poco, li superano, ed hanno una larghezza addominale di 1 mm.
Inoltre hanno il rivestimento di setole un pò più lungo, le antenne un pò più slanciate, e una colorazione di assieme assai chiare, biancastra.
Questa tuttavia può essere diversa a seconda della razza degli individui ospitatori.
I Pidocchi delle vesti, a differenza di quelli del capo, non stanno di norma attaccati ai peli, ma sui tessuti o, nel caso di popoli selvaggi, sulle pelli tenute a contatto con l'epidermide.
Essi inoltre sanno scegliere sui tessuti stessi le parti ove possono nascondersi , e sfuggire alla ricerca dell'ospite.
Di solito si vanno ad attaccare con le unghie nel fondo delle pieghe, nelle cuciture, negli orli, dando la preferenza comunque a quelle pieghe, quegli orli, quelle cuciture che stanno quasi sempre a contatto con la pelle: cuciture e pieghe nella zona ascellare, nella zona inguinale, ecc.
Spinti dalla fame si portano sulla pelle e succhiano per tornare immediatamente dopo nei rifugi elettivi.
Si vuole che questi pidocchi siano più agili , più veloci nei movimenti dei loro compagni del capo.
Si tratta tuttavia di una velocità molto relativa poichè sembra non siano capaci di percorrere 1 m in meno di 3 minuti.
I Pidocchi delle vesti, per quanto riguarda il comportamento e le modalità della riproduzione, si staccano dai compagni della testa in modo abbastanza netto.
Essi di norma depongono le uova sulle fibre dei tessuti, e solo quando le fibre stese non si prestano, quando nella veste non vi sono cuciture, luoghi insomma in cui le uova possono essere ben celate, vanno ad attaccarle sui peli del corpo, dando preferenza a quelli delle ascelle e del pube.
Anch'essi sono sensibilissimi ai cambiamenti di temperatura; quando ad esempio il parassitato si espone al sole in una giornata estiva, dalle vesti a contatto con la pelle, essi si spostano verso l'esterno, e non è raro vederli passeggiare sul colletto e sugli orli delle maniche.
Le punture inferte da questi esapodi non sono affatto avvertite dalla vittima o, meglio, non è avvertita l'infissione degli stiletti, ma è risentita invece l'azione irritante della piccola quantità di saliva inoculata nella ferita.
Quando sono in molti, e poichè hanno l'abitudine di recarsi in determinati momenti sulla pelle per suggere il sangue, la inoculazione contemporanea di centinaia di microscopiche gocce di saliva causa un prurito insistente, intenso, talvolta insopportabile, che induce la persona a grattarsi nel vano tentativo di lenire il tormento.


Con la loro puntura i Pidocchi del capo e delle vesti determinano una piccola papula rossiccia, e se a pungere sono molti, le papule si fondono l'una con l'altra anche in zone piuttosto vaste.
Grattando tali zone, o singole papule disseminate qua e là, insorgono dermatiti caratteristiche con una pigmentazione bronzea scura; alle volte si produce addirittura una melanoderma, che è un segno infallibile della cosiddetta malattia dei vagabondi.
Foruncoli ed ascessi insorgono facilmente nelle zone della pelle in cui i pidocchi infiggono i loro stiletti.