KALOTERMES FLAVICOLLIS
(La kaloterme dal collo giallo)
Le Kalotermes flavicollis, ali comprese, sono lunghe
circa 10 mm più grandi quindi delle Reticulitermes Lucifugus,
hanno il pronoto più largo del capo, rettangolare, le ali leggermente
infoscate, con le nervature più forti d'un bruno cupo.
Il loro corpicciolo è castano nerastro scuro, quasi nero; fanno eccezione
soltanto il pronoto, il quale è giallo ocraceo, la parte distale delle
zampette e delle antenne che sono isabelline. Questi insetti nerastri, dal pronoto
o, volgarmente, dal collo giallo, se cadono sul terreno, o su rami e fronde,
agitano le ali, si muovono con frenesia e in breve determinano la rottura delle
ali stesse, secondo la linea prestabilita.
Dealati camminano rapidi ma incerti, quasi sbalorditi, cambiando continuamenre
direzione. Nel caso in cui due vengono condotti dalla sorte l'uno verso l'altro,
mandibole contro mandibole, si arrestano e, valendosi delle piccole antenne
composte di 16-18 articoli, si toccano si accarezzano; i due che si sono incontrati
spettano l'uno al sesso maschile l'altro a quello femminile.
La femmina subisce per qualche tempo le carezze poi, dimostrando in tal modo
la sua accettazione al corteggiamento, si volge d'improvviso e comincia a camminare
rapida sicura di sè, il maschio la segue tenendo l'estremità anteriore
del capo a pochi millimetri di distanza dall'addome della compagna e così
i due vanno verso il loro destino. Dopo qualche ora e dopo essersi arrampicati
su un tronco e aver esplorato rami e fronde per scegliere il punto più
adatto, la femmina, sempre accompagnata dallo spasimante, si insinua in una
piccola cavità della scorza del tronco stesso o di un ramo dove i tessuti
sono ormai morti ed in via di disfacimento, dove l'erosione del legno è
facile.
Gli sposi sono ormai nella camera nuziale, la prima cavità del futuro
nido; là, nel buio, in ambiente in cui temperatura e umidità sono
favorevoli, avviene, l'accoppiamento cui segue una pausa più o meno lunga.
Dopo un periodo di tempo variabile, da 25 a 40 giorni dal momento della sciamatura
e della passeggiata nuziale, la femmina comincia a deporre le uova che in questa
prima covata sono sempre poche; normalmente una dozzina. Gli adulti sono dotati
di mandibole ben sviluppate e il loro apparato digerente è in condizioni
tali che potrebbero assumere dall'ambiente il cibo normale, ma durante questa
prima fase della vita coniugale, re e regina divorano alcune uova.
Se la condizione di assieme dell'ambiente in cui gli sposi hanno eletto domicilio
sono favorevoli, e se la temperatura si aggira sui 25° C, dopo 50 giorni
dal momento della deposizione, le uova si sciudono e ne escono le prime, piccolissime
larve che veranno nutrite dai genitori con alimento stomodeale; in altre parole
con saliva rigurgitata.
Le larvette piccolissime e con antenne di soli 10 articoli sono tutte uguali,
chiarissime, ma da quando misurano da 2 a 4 mm cominciano a differenziarsi.
Raggiunto il terzo stadio esse subiscono due diversi destini; continuano la
loro evoluzione in linea, diciamo così diretta, per diventare con mute
successive individui sessuati immaginali, oppure subiscono una muta e raggiungono
il quarto stadio assumendo l'aspetto di soldato bianco, cioè con una
morfologia simile a quella dei soldati normali, ma con mandibole più
brevi e colore bianchiccio.
Non si avvieranno mai verso la trasformazione in operai, poichè nella
specie dal collo giallo, come daltronde in non poche altre, non esiste la casta
degli schiavi.
Il soldato bianco con una successiva muta, e passando dal quarto al quinto stadio,
diventerà soldato normale.
Gli individui di questa categoria, che misurano in lunghezza totale sino a 7
mm, hanno il capo assai grande, rettangolare, con mandibole molto sviluppate
ma sempre più brevi del capo stesso, dentate internamente e con l'estremità
distale appuntita, presentano antenne di 13 articoli e hanno il capo ed il pronoto
di colore giallo rugginoso, ocraceo, le mandibole nere, le restanti parti del
corpo giallicce chiare.
La formazione dei soldati segue, come daltronde in tutte le termiti, un ritmo
preciso; delle larve nate dalla prima covata, una sola si avvierà verso
la casta dei guerrieri, e a mano a mano che la colonia si accrescerà,
ogni venti larve solo una sarà destinata a subire una evoluzione in soldato
bianco poi in soldato normale; tutte le altre potranno diventare ninfe e da
ninfe individui sessualmente maturi.
L'aumento della popolazione dei nidi delle Caloterme dal collo giallo è
lento, e lento di conseguenza l'accrescimento di dimensioni del nido; occorrono
anni ed anni perchè la colonia acquisti la consistenza numerica di 700-800
o 1000 individui, che è la massima conosciuta. Dopo una prima scarsa
deposizione e dopo una fase di riposo, la regina riprende a deporre le uova
e queste verranno prese in cura dalle larve della prima covata, larve che, raggiunta
una certa dimensione, cominciano a divorare il legno imporrito delle pareti
della cella reale, quindi, di conseguenza, a scavare le prime gallerie che di
solito seguono l'andamento delle fibre del legno. Sono queste larve che svolgono
tutti i compiti necessari alla vita della comunità; sono esse che accudiscono
alla copia reale e la nutrono, che trasportano le uova dal luogo di deposizione
alle celle ed alle gallerie, che nutrono le sorelle e i primi soldati, in un
secondo tempo, peraltro, i lavori saranno compiuti sia da larve indifferenziate,
sia anche da ninfe giovani, con deboli abbozzi alari.
In una colonia avente parecchi anni di vita, la popolazione risulta costituita
in massima parte da larve e ninfe, individui cioè che potranno diventare
maschi e femmine destinati alla sciamatura, da soldati bianchi a soldati perfetti,
ed inoltre da pseudoergati.
I soldati, che costituiscono soltanto dal 3 al 5% della popolazione, non sono
peraltro tutti uguali. In massima parte hanno la testa grande, in parte minima,
invece, hanno il corpo relativamente piccolo e presentano inoltre una lunghezza
un pò minore di quella dei compagni.
Gli pseudoergati, altrimenti detti falsi operai, hanno un aspetto che ricorda
molto da vicino quello delle ninfe, ma si discostano da queste ultime per l'assoluta
mancanza di abbozzi alari, o per gli abbozzi alari estremamente ridotti, per
l'assenza degli abbozzi degli occhi, e per la pigmentazione che si mantiene
costantemente chiara, simile a quella delle larve.
Le ninfe presenti nella società sono in vario stadio di sviluppo; talune
prossime al grande evento e che presentano ormai un aspetto non lontanissimo
da quello degli adulti, altre invece che, per le dimensioni e l'aspetto di insieme,
di discostano poco dalle larve. Nel nido si possono trovare anche, ma in via
eccezionale, individui che per i loro caratteri non possono essere assegnati
a nessuna casta; possono trovarsi ad esempio soldati un pò diversi come
morfologia da quelli normali, ma che presentano abbozzi alari più o meno
sviluppati, sono intercasta, esseri anormali derivati da ninfe.
In primavera inoltrata, quando nell'ambiente esterno le condizioni si avviano
ad essere quelle ottime per la sciamatura, nei vecchi nidi si incontrano anche
folle di alati irrequieti, che turbano in un certo qual modo l'andamento normale
della vita coloniale, e che, entro un periodo di tempo di solito breve, sono
destinati ad essere avviati all'aria libera per compiere la loro missione di
riproduttori, di fondatori di nuove colonie.
Su di una stesso albero, talvolta anche sullo stesso ramo morto, ma in punti
diversi, si trovano più colonie ben costituite e che di solito non hanno
alcun rapporto l'una con l'altra. Esse vivono in nidi non grandi, costituiti
da molteplici gallerie scavate quasi sempre nel senso della lunghezza delle
fibbre legnose, e da celle irregolari di varia grandezza, in una delle quali
abita la coppia reale.
Nè il re nè la regina, pur di una certa età, presentano
differenze forti dagli individui sciamanti; soltanto la regina ha l'addome un
pò più grande, e ambedue mancano delle ali. La loro mobilità
è normale, tanto che si spostano da questa a quella cella del nido.
Il vento e altre cause possono determinare la rottura del ramo in cui è
insediata una colonia, e può avvenire anche che una parte della colonia
rimanga in vita e una parte vada perduta. Se ad esempio la rottura è
in corrispondenza della cella reale, e il re viene portato via dal vento o ucciso,
la regina, penetrata in altra cella e accudita dalla folla dei sudditi, può
continuare a deporre le uova, uova che non sono fecondate.
Esse si sviluppano normalmente, ma invece di dare origine a larve destinate
a diventare maschi o femmine, danno origine soltanto a individui che saranno
esclusivamente femmine e queste, a loro volta, se si verificheranno condizioni
tali per cui non giungeranno mai in contatto con maschi, deporranno uova dalle
quali usciranno solo esseri destinati a diventare femmine.
Nella Kalotermes flavicollis , insomma, come daltronde in molte
altre specie di Isotteri, si verifica una riproduzione partenogenetica dalla
quale si ottengono soltanto individui di sesso femminile; più spesso,
la colonia rimasta priva dei riproduttori veri, ne prepara di nuovi di sostituzione,
ciò avviene anche se la colonia stessa è piccola, composta da
un numero modestissimo di individui: da 20 a 30. Per la creazione dei reali
di sostituzione sono ultilizzati individui allo stato larvale, o allo stato
di ninfa più o meno avanzato. Se in un nido si trovano in abbondanza
larve e ninfe, non sempre queste ultime vengono scelte dallo spirito della comunità
per diventare riproduttori; a volte la preferenza, e le ragioni di ciò
sono ignote, cade sulle larve, magari su larve non prossime alla trasformazione
in ninfe, bastano pochi giorni, 8 o 9, perchè gli individui scelti presentino
i primi sintomi della neotenia, ma sono poi necessarie parecchie settimane perchè
la larva o la ninfa, pur mantenendo i suoi caratteri morfologici esterni, raggiunga
la maturità sessuale.
I reali di sostituzione possono essere due soli ma spesso lo spirito della comunità
ne esprime più di due: quattro, sei, otto e anche più. Nella creazione
dei reali di sostituzione possono avvenire fatti anomali, ad esempio, se nel
nido rimasto privo di riproduttori vi sono ninfe del settimo sadio, ninfe cioè
che con una sola muta diventano adulti, può avvenire che alcune di tali
creature compiano la muta prima di tutte le compagne, prima del momento normale
insomma, e si trasformino in un alato bianco dal comportamento anomalo. Esso,
maschio o femmina che sia, si strappa rabbiosamente le ali servendosi delle
mandibole e, dealato al pari degli adulti dopo il volo nuziale, non si pigmenta
e mantiene occhi composti quasi senza colore, questo singolare essere, che viene
definito pseudoimmagine, non abbandonerà mai il nido e diverrà
dopo poco tempo capace di riprodursi. Insieme con pseudoimmagini peraltro, si
formeranno, da larve o da ninfe, individui neotenici che diventeranno reali
di sostituzione e questi, per un certo periodo di tempo, continueranno a nutrirsi
normalmente, cioè mangeranno legno imporrito, poi, seguendo il destino
di tutti i reali, cominceranno ad alimentarsi con rigurgito di larve e ninfe
e in seguito a ciò perderanno i loro protozoi simbionti.
Nei nidi, sia pure in via eccezionale, si trovano anche alcuni acrestogonimi,
esseri anomali di cui si conosce bene l'origine.
All'epoca della sciamatura può avvenire che alcuni individui, pur dotati
di ali, non seguano la sorte dei compagni ma, strappati gli organi di volo,
rimangono nel nido insieme con la folla delle larve e delle ninfe; fortemente
pigmentati, grossi e grassi, con gli organi sessuali atrofizzati o comunque
incapaci di svolgere la normale funzione, ed incapaci di assolvere anche qualsiasi
altro lavoro a beneficio della comunità, essi vengono tollerati nell'interno
delle celle e delle gallerie e si nutrono normalmente di legno; quale sia la
loro sorte non è noto.
Come la Reticulitermes lucifugus costruisce quasi sempre
i nidi nel terreno, la Kalotermes flavicollis scava le sue complesse
dimore quasi costantemente nei tronchi e nei rami, nelle parti necrosate in
via di disfacimento e, di solito, su alberi ancora in piedi vivi e vitali. I
fichi, i platani, i lecci, i sambuchi, gli olivi, i meli , i peri, le piante
da frutto in genere, e molte altre essenze ospitano spesso queste termiti.
Poichè i nidi stanno nella materia alimentare preferita, il legno, gli
insetti non hanno bisogno di spostarsi dal loro insediamento per andare attorno
alla ricerca di cibo: mangiano e mangiano scavano gallerie e celle che di solito
interessano soltanto il legno necrosato, ma possono anche spingersi in quello
vivo.
Il materiale di rifiuto, raccolto in corpiccioli di forma prismatica quai regolare,
viene abbandonato nelle gallerie stesse e talvolta utilizzato per chiudere falle
quando per una qualsiasi causa il nido è violato. Qualche volta termiti
di questa specie sono trovate anche in travi e materiali da opera vari; sembra
peraltro che le termiti dal collo giallo non fondino mai una nuova
colonia in legno già in opera; se vi si trovano è perchè
la trave o il travicello sono stati preparati utilizzando un tronco nel quale
era già insediata una piccola colonia. Da tutto ciò appare chiarissimo
che le Kalotermes flavicollis sono nocive in modo relativo, comunque
molto meno pericolose delle più piccole e più invadenti Reticulitermes
Lucifugus.
Sono dannose quasi esclusivamente perchè ampliano e rendono più
facile l'ampliamento delle parti necrosate dei tronchi e dei rami. La specie
è largamente diffusa nella zona circummediterranea al pari della lucifuga
e come questa ampiamente distribuita nel nostro paese tanto nella parte continentale
quanto nella peninsulare ed insulare. I vecchi olivi della Liguria, ad esempio,
ospitano spesso piccole colonie di Caloterme del collo giallo, e da essi durante
il pieno dell'estate non è raro vedere uscire sciami di alati, come non
è neppure raro trovarne alcuni nel centro delle città.