RETICULITERMES LUCIFUGUS
(La termite lucifuga)


La Termite lucifuga, è probabilmente uno degli Isotteri meglio conosciuti del mondo.
Di dimensioni modeste, gli individui adulti misurano in lunghezza totale appena 6 mm se privi di ali, e 10 o 12 mm se con le ali, mentre i soldati ne misurano 5 e anche un po' di meno e 5 gli operai.
L'aspetto di questi esseri è molto diverso a seconda dalla casta a cui appartengono.
Gli operai hanno il capo tondeggiante, compiutamente privo di occhi e con mandibole ben sviluppate, simili a quelle degli adulti, il torace più stretto della testa, l'addome grandetto, di forma ovoidale. Il loro colore è giallo paglierino pallidissimo, quasi bianco.
I soldati si distinguono immediatamente per il grande sviluppo del capo, il quale ha forma quasi rettangolare, e per le forti mandibole lunghe oltre metà del capo stesso, assottigliate verso l'estremità. Essi hanno inoltre il torace assai più stretto del capo, e l'addome relativamente breve, comunque molto meno sviluppato di quello degli operai. La colorazione è gialla paglierina chiara, ma le mandibole spiccano per la tinta giallognola e addirittura nera all'estremità.
Gli alati hanno il capo ovale, allungato, munito di occhi con antenne di 17 o 18 articoli, il torace molto più stretto del capo, le ali slanciate, l'addome lunghetto, più tendente alla forma cilindrica che non a quella ovoidale. A differenza di tutti i componenti di tutte le altre caste, gli alati sono neri e con la bocca e la parte distale delle zampe di tinta marroncina, le ali sono infoscate e con le venature longitudinali maggiori scurissime.
Queste piccole termiti vivono in colonie di anche molte migliaia di individui e preparano i nidi quasi sempre in piena terra, molto spesso alla base di alberi annosi, nei ceppi in parte necrosati, e per quanto non siano a notevole profondità non è agevole scoprirli, poichè nulla o quasi nulla in superficie rivela la loro presenza . Solo ad opera del caso, o dopo una ricerca molto accurata, si può giungere ad individuare un nido che è sempre fatto con poca arte; rottane la parte superficiale, e messe allo scoperto celle e gallerie fatte con tritumi impastati, si vedono brulicare centinaia e centinaia di operai, di larve, di soldati, tutti chiarissimi, di aspetto estremanente delicato i quali, evidentemente disturbati dalla luce, cercano di nascondersi nel profondo. In pochi minuti celle e gallerie messe allo scoperto sono vuote, e tra di esse e le altre parti del nido folle di operai già sono intente a costruire barriere.
La preparazione del nido può avvenire non solo nelle campagne, ma anche nei giardini alla periferia delle città o addirittura nell'interno delle città e non solo nel profondo del suolo ma anche in ambienti molto disparati. Si possono talvolta vedere persino in piena città, usciti da nidi nascosti, che sciamano nelle vie, destinati nella massima parte a concludere presto l'esistenza schiacciati sotto le scarpe dei pedoni e sotto le ruote delle macchine, e in minima parte a iniziare la marcia nunziale, che peraltro non sarà mai coronata da nozze feconde.
Le Reticulitermes lucifugus infatti, almeno per quanta riguarda il nostro paese, non hanno un re ed una regina veri, ma sempre re e regina di sostituzione, che possono essere anche molto numerosi, e presentano l'aspetto delle forme da cui sono derivati ma, nel caso delle regine, hanno l'addome nettamente più sviluppato. Fuori del nostro paese, invece, i nidi ospitano, quasi sempre i reali veri, e questi hanno le dimensioni degli adulti o, a seconda dell'età, anche un pò maggiori, ed inoltre le femmine sono dotate di un addome che ha una mole doppia, o più che doppia, di quello di femmine sessualmente mature, ma che ancora non hanno dato origine a discendenti.
Nella tenebra presente dei nidi sotterranei, la regina o le regine, che sono persino un paio di centinaia, di tempo in tempo fecondate dai re e attorniate da operai che pensano a tutti i loro bisogni, depongono uova in gran numero. Esse sono piccole, reniformi, biancastre, delicate. Trasportate dagli operai nelle camere di allevamento, si segmentano, e dopo press'a poco un paio di mesi, danno origine a larvette le quali sono tutte uguali, e non hanno ancora nell'intestino quei caratteristici protozoi ai quali in parte è dovuta la digestione della cellulosa.
Da queste larve indifferenziate traggono origine individui spettanti a tutte le caste, e ciò avviene secondo modalità molto complesse e non ancora compiutamente chiarite.
Passando dal primo al secondo stadio e da una lunghezza di 2 mm al massimo, a oltre 3 mm, esse si differenziano in larve a testa grande e larve a testa piccola dotate ambedue di antenne di 12-13 articoli. Le une e le altre hanno destini diversi. Le larve a testa grande, passando al terzo stadio possono diventare soldati e raggiungere una lunghezza di 4 mm acquistando un articolo in più alle antenne, oppure, sempre raggiungendo il terzo stadio, si avviano a diventare operai, oppure a trasformarsi in soldati, sia con antenne di 14, sia di 17-18 articoli.
La sorte delle larve a testa piccola è più complessa. Passando dal secondo al terzo stadio, raggiungeranno una lunghezza di 4 mm e avranno antenne con 14 articoli; una volta compiuta questa trasformazione potranno diventare operai, e tali rimanere per la durata della esistenza, acquistando antenne di 18 articoli e una lunghezza totale di 6 mm, o diventare soldati, o trasformarsi in neotenici, o evolversi verso la forma di ninfa. Oppure nel passaggio dal secondo e terzo stadio potranno diventare direttamente ninfe. Da queste ninfe, con successive mute, potranno trarre origine sia neotenici, sia individui allo stato perfetto, adulti destinati a diventare, bene inteso se la sorte li aiuterà, re e regine veri. Insomma mentre gli individui larvali a testa grossa possono trasformarsi soltanto in soldati e in operai, mentre sono destinati esclusivamente ad essere schiavi, gli uni addetti a lavori molteplici, gli altri solo a quello dell'offesa e della difesa, le larve a testa piccola del secondo stadio hanno aperta ogni possibilità, da quella di essere operai o combattenti, a quelle di diventare ninfe, poi insetti perfetti, re e regine, o di assumere l'aspetto di neotenici e di trasformarsi in reali di sostituzione.
Nel passaggio tra il primo e il secondo stadio, non solo si compie il differenziamento in due aspetti, ma si verifica anche un fatto che ha importanza capiale per le termiti: l'acquisto della caratteristica fauna di protozoi intestinali coadiuvatori della digestione della cellulosa.
In qualsiasi periodo dell'anno, la massa della popolazione è costituita da operai. Sono essi che, quasi elementi di un superorganismo, provvedono a tutte le necessità del superorganismo stesso, che provvedono persino, per quanto incapaci di dare origine a discendenti, a eternare in via indiretta la loro specie. E' stato detto nelle righe precedenti che in Italia non sono mai stati trovati reali veri, ma solo di sostituzione, eppure nel nostro paese le termiti di questa specie, sia pure in zone limitate, sono estremamente abbondanti, e capaci di causare, come vedremo in seguito, danni rilevantissimi. Ciò significa che, nonostante la regolare, ma pur sempre misteriosa scomparsa di tutti gli individui alati, esiste ed è altissima la possibilità di istituzione di nuovi nidi. Ciò avviene in modo molto interessante. Quando una colonia, insediatasi ad esempio in un ceppo dell'albero semimporrito, si è accresciuta fortemente di numero, una parte degli operai, dei soldati, delle ninfe, una parte della colonia insomma, va ad abitare in una ceppaia situata talvolta a pochissimi, talvolta a parecchi metri di distanzada quella di origine. Il trasferimento non avviene in massa, ma è lento, e si compie in un periodo di tempo anche lungo. Avviene così che la primitiva colonia si scinda in due: una con re e regine di sostituzione in numero più o meno alto, l'altra senza re e regine di sorta. A questo punto gli operai intervengono e, prendendo in cura sia larve dalla testa piccola del terzo stadio, sia ninfe, sia neotenici, fanno si che diventino reali di sostituzione.
Nei paesi in cui la sciamatura non è sterile, ma dei tanti alati usciti da gallerie preparate dagli operai e sboccanti anche molto lontano dal nido, alcuni si salvano e costituiscono coppie reali vere e propie, nuovi nidi possono formarsi sia col metodo normale, sia con la scissione e ciò, come ovvio, contribuisce a rendere più facile e più rapida la diffusione della specie.
Le Reticulitermes lucifugus, come la maggior parte degli Isotteri, si nutrono di cellulosa e per procurarsela erodono legno di quasi ogni sorta: rami morti ancora connessi con la pianta viva, radici e tronchi morti, travi, pali, ogni parte della stessa materia usata per le case: riquadrature di porte e di finestre, persiane, imposte ed inoltre mobili, cornici, parti di strumenti e arnesi, insomma tutto ciò che sia fatto con legno.
E' raro invece che erodano legno vivo e anche legno fresco, quantunque siano noti casi di termiti lucifughe trovate persino all'interno di tuberi freschi, in cui avevano scavato gallerie.
Per raggiungere la sostanza alimentare, esse non si espongono mai all'aperto, masse di operai, talvolta lavorando a qualche profondità, talvolta in superficie, costruiscono gallerie anche lunghissime le quali congiungono il nido con l'oggetto della loro attenzione e una volta che vi sono a contatto, prendono ad eroderlo, non già avventurandosi all'aperto e lavorando di mandibole dall'eserno all'interno, ma penetrandovi e portando via il materiale particella a particella, senza intaccare minimamente l'esterno. Se ad esempio nelle vicinanze di una colonia di lucifughe c'è una casa i cui pavimenti sono sostenuti da travi, le operaie innanzitutto costruiscono una o più gallerie le quali dal nido raggiungono la base dell'edificio, poi ne costruiscono un'altra od alcune altre le quali, correndo verticalmente lungo il muro si portano sino alla trave più vicina. A contatto di quest'ultima, gli operai cominciano a mangiare, a scavare, e scavano, scavano, mangiano e mangiano, sino a quando la trave, rimasta perfettamente alla superficie, non è ridotta internamente ad una massa fragilissima.
Da una trave passano quindi ad un'altra, sempre rimanendo entro il riparo di gallerie da essi costruite, a un'altra ancora, e così avanti fino a quando il pavimento crolla.
Se non vi sono travi attaccano la riquadratura della porta, oppure penetrano, cominciando di solito dalla parte appoggiata al muro, nell'interno di un mobile, ad esempio un armadio, uno scaffale, o in una cornice e se la sorte fa si che trovino una libreria, più che alla libreria stessa, si dedicano ai libri fatti di ottima cellulosa.
Intere biblioteche, in città del nostro paese e all'estero, sono state devastate propio dalle termiti di questa specie.
Queste minuscole devastatrici, che operano nel buio profondo, e inoltre svolgono attività prevalentemente durante la notte, hanno una distribuzione geografica assai vasta.
Si trovano in tutto il Continente nero, dal Marocco all'Egitto, senza tuttavia penetrare nelle zone strettamente desertiche, come fanno invece altre specie, sono diffuse largamente nella penisola iberica e assai comuni in Spagna e meno in Portogallo, sono notissime nella Francia meridionale, nella Grecia, in talune isole dell'Egeo, nella Palestina, in Albania e di qui nell'Europa orientale sino in Romania.
In Italia la specie è stata accertata tanto per la parte continentale e peninsulare quanto per le isole. Nella parte continentale è stata rinvenuta nella Liguria, limitatamente alle zone costiere, e da Genova verso ponente, mentre sembra mancare da Genova sino alla Toscana.
Nella parte centrale della penisola è presente in quasi ogni parte della Toscana e da questa, lungo la costa, salvo qualche zona di interruzione, sino all'estremità meriodonale della Calabria.
Nel versante adriatico la Reticulitermes lucifugus è molto meno diffusa; la si trova in tutta la penisola salentina e di qui sino in prossimità del Gargano, poi scompare per tornare a mostrasi nel Veneto e penetrare nel territorio jugoslavo. In Sicilia vive praticamente quasi dappertutto, ed in Sardegna è stata accertata per la fascia costiera occidentale.