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tratto da

Vittorio Boesso DITTERI (ZANZARE, SIMULIDI, CHIRONOMIDI, MOSCHE)
GUIDA PRATICA PER LA BIOLOGIA, CLASSIFICAZIONE, CONTROLLO CHIMICO E BIOLOGICO DEI DITTERI

MOSCHE

La famiglia delle Muscidae comprende circa 9500 specie ad habitat cosmopolita. In genere vivono nei paraggi dell'uomo e degli animali per la grande disponibilità di detriti e rifiuti. Insetti a completa metamorfosi, presentano uno stadio larvale tipicamente terrestre, in ambienti umidi.

Tutte le specie sono ovipare, ad eccezione del genere Glossina che è vivipara, in quanto la femmina depone larve vive. In genere non pungono né succhiano sangue e quindi la Glossina e la Stomoxys, che pungono e succhiano, si devono ritenere specie anomale.

Amano gli ambienti confinanti e vivono (non solo d'inverno) all'interno delle abitazioni; si discostano da questa abitudine alcune specie tropicali, che vivono di giorno fuori degli ambienti per farvi ritorno di notte. Per il particolare interesse che riveste nei nostri ambienti, a titolo esemplificativo, trattermo brevemente della:

MOSCA DOMESTICA

Dittero molto comune, lungo 6-7 mm, con apertura alare di 10-15 mm, possiede un torace possente, grigio con bande longitudinali ben visibili che arrivano fino a coprire i sementi terminali.

CICLO BIOLOGICO

OVODEPOSIZIONE: la mosca fecondata cerca un posto adatto ove deporre le uova, cerca un substrato ricco di materia putrefatta, fermentata: ricco di umidità e di sostanze organico-proteiche. Tipici terreni adatti all'ovodeposizione sono gli escrementi di uomo e di animali, le sostanze vegetali in putrefazione ed ogni genere di immondizie. La femmina sa scegliere gli ambienti e i rifiuti più opportuni; molto attraente è il letame di maiale, meno quello di cavallo, ottimi i pollai con i loro letami. A questo proposito c'è da far presente che in città la presenza delle mosche è sempre più scarsa, in quanto sono venuti a mancare i centri di attrazione dove ovodeporre; c'è il pericolo, tuttavia, che i cassonetti della spazzatura, le grandi discariche e le centrali, cui affluiscono i rifiuti urbani, con la loro notevole presenza di sostanze organiche, possano rappresentare un momento di recupero della presenza delle mosche in città.

Le femmine cercano e trovano il posto adatto attraverso i radars olfattivi posti sulle antenne. La deposizione delle uova avviene all'interno della matrice nutritiva la quale, di norma, deve essere esposta alla luce; Le uova non vengono mai lasciate in superficie, ma deposte in profondità, affinchè siano in grado di resistere,più a lungo possibile, all'essicamento. In un solo giorno una femmina può deporre 100-150 uova di un intero ciclo e tale operazione può ripetersi fino a 5-6 volte in un anno. N.B. Taluni autori ritengono che in una sola ovideposizione la mosca possa deporre dino a 400 uova.

UOVA

Sono ovali a sezione cilindrica, simili a semi di pino, di lunghezza inferiore ad 1 mm. Il periodo di incubazione varia da 8-48 ore, a seconda delle condizioni ambientali e in particolar modo della temperatura. Da una fenditura delle uova esce la larva.

LARVA

La larva odia la luce e ama il caldo; si annida nella matrice organica e può sopportare temperature fino a 60° C. Ottime temperature per il suo sviluppo sono quelle che vanno dai 40°-50° C.

Se la matrice si raffredda le larve penetrano sempre di più al suo interno. Il periodo larvale consta di 3 stadi. Il corpo della larva conta 13 segmenti ed è di forma conica; L'apparato boccale, privo di particolarità, è posto in punta del cono ed è di tipo masticatorio; 2 artigli all'interno della bocca sono collegati con la struttura simil-scheletrica della larva; nella parte terminale si notano 2 aperture-sfilatoi, collegate con il sistema respiratorio. La cuticola è abbastanza resistente, dapprima è bianca, in seguito ingiallisce e, in prossimità della pupazione, diviene più scura a motivo delle riserve di grasso che vanno accumulandosi.

PUPA

La pupa possiede un corpo molto trasformato rispetto alla larva, teme le temperature superiori ai 40° C (per essa letali), per cui dagli ambienti caldi si sposta progressivamente verso i terreni freddi, anche ipogei. A maturazione, l'adulto preme sull'involucro del pupario, che si rompe in maniera caratteristica,simmetrica. L'adulto, per fendere il pupario si aiuta con una sacca d'aria, posta esternamente a livello degli occhi, che viene utilizzata solo per questa occasione.

ADULTO

Appena emerso dal pupario, apre le ali, attende l'indurimento della cuticola, che segna anche l'arresto della crescita e poi spicca il volo. Il corpo è nettamente diviso in capo, torace e addome. Caratteristici sono gli occhi composti (ocelli), con circa 4000 sfaccettature, a sottolinearel'acume visivo della mosca. Le antenne servono da organi olfattivi e di orientamento (particolarmente attraenti sono le misture di odori forti).

L'organo olfattivo più raffinato è posseduto dal moscone azzurro della carne (Calliphora erythrocephala), pure la mosca domestica possiede un ottimo olfatto, oltre che un'ottima vista. A differenza delle api, sembra che le mosche non siano in grado di riconoscere i colori: è certo che sono più sensibili alla luce con breve lunghezza d'onda, e, se disturbate, si dirigono verso il blu e i colori affini, mentre, se sono lasciate in pace, preferiscono i colori scuri come il marrone.

L'apparto boccale mostra il labium trasformato in proboscide ed una ripiegatura a formare un solco che diventa il canale del cibo; il labbro superiore (labrum) forma il soffitto del solco e al fondo dell'ipofaringe vi sono due lobi di risucchio attraversati da sottili canali di suzione. Non vi sono mandibole e quindi la mosca non punge, ma lambisce e succhia ed è costretta ad alimlentarsi di cibi liquidi o semisolidi.

Le mosche si alimentano di carboidrati, da cui traggono l'energia vitale, e di proteine necessarie alle femmine per la deposizione delle uova; notevole pure è l'assunzione di acqua. L'organo del gusto è posto sui tarsi: la proboscide viene estrusa dopo che è arrivata la sensazione gustativa.

I cibi solidi vengono leccati, predigeriti col vomito salivare e quindi assorbiti. Il vomito, che esercita un forte richiamo sulle altre mosche, è rivelato dai puntolini neri che le mosche lasciano al loro passaggio. Le mosche sono grandi contaminatrici dell'ambiente attravenrso il vomito, il rigurgito e le feci, piuttosto liquide, che emettono ogni 5 minuti.

Il torace della mosca, molto possente, è ben predisposto alla locomozione per la presenza di masse muscolari (circa il 10% del peso totale). Le ali battono velocemente con 2-300 battiti al secondo e permettonon un discreto volo, nell'ordine di 7-10 Km all'ora. In genere preferiscono l'appoggio su superfici ruvide, anche se possono camminare su superfici liscie, grazie alla pelosità degli arti. Non si allontanano oltre i 2-3 Km dalla fonte del nutrimento: il loro volo è veloce e strano, con angolature impossibili e virate al di fuori di ogni legge aerodinamica.

Di giorno camminano in cerca di cibo, di notte si riposano sulle superfici alte delle stanze e su ciò che penzola dal soffitto. La mosca diviene assolutamente adulta 24-48 ore dopo lo sfarfallamento: caratteristiche sono le danze pronube per la scelta del maschio: taluni maschi rifiutati vengono presi a zampettate con grande danneggiamento delle ali. La femmina feconda ovodepone nell'arco di 96 ore. La vita dell'adulto, in periodo estivo, non dura oltre un mese, mentre l'uovo, ad una temperatura ottimale di 30° C, può arrivare ad essere adulto in 6-7 giorni: tale tempo è molto più lungo a 15-16° C; se a questi tempi aggiungiamo altri 10 giorni per l'accoppiamento e la maturazione dell'uovo, si devono ritenere probabili 5-6 generazioni all'anno alle latitudini mediterranee.

Una coppia può dar vita a 4-5 miliardi di mosche all'anno: si tratta - per fortuna - di uno studio matematico non biologico, mentre è ritenuto reale un tasso di incremento di 1,3% nella stagione estiva, per generazione. La limitata disponibilità di cibo, la stagione invernale che azzera gli adulti, la presenza di predatori, di agenti biologici e di funghi infestanti controllano sufficientemente la crescita e la pericolosa potenziale esplosione demografica.

CENTRI DI ATTRAZIONE E FOCOLAI

Vanno considerati importanti centri di attrazione per le mosche le stalle, gli allevamenti di animali (in particolare quelli suini ed equini), le cucine, i mattatoi, gli opifici dove si lavorano carni e pesci, gli scarichi e i depositi dei fanghi industriali, i cassonetti della nettezza urbana.

MOSCHE E SALUTE PUBBLICA

Più che vettori biologici, i muscidi sono "portatori", trasmettitori di malattie. Le condizioni del loro intestino non favoriscono la presenza e l'attività di agenti patogeni tanto che, anche dopo un'infestazione-inquinamento provocato, il 30% dei soggetti è risultato ancora sterile. Il maggior pericolo di ordine sanitario sta nel fatto che sempre trasportano sporcizia, sudiciume e batteri con gli arti, disperdono, vomitano e defecano tutti i germi provenienti dai cibi inquinati che hanno assunto. La diffusione-trasmissione della salmonellosi ha nelle mosche il miglior alleato.

Non c'è parassitosi di origine virale (polivirus, coxsackievirus), batterica (clostridi, coli, vibrioni, pasturelle, sighelle, leptospire), protozoaria (entamoeba, giardia, leishmania, taenia, echinococco, ascaride) che le mosche non abbiano trasmesso.

CLASSIFICAZIONE DELLE MOSCHE

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie

Stomoxys

Stomoxys calcitrans

(Fabricus)

Glossina

Glossina palpalis

(Widemann)

Musca domestica

Musca corvina

Musca

Musca nigra

(Linnaeus)

Curtonevra stabulans

Fannia

Fannia canicularis

(Robineau-Desuoidy)

Drosophila

Drosophila melano-gaster

(Holmquist)

Drosophila fasciata

Scatophanga

Scatophanga stercoraria

(Meigen)

Calliphora

(Robineau-Desuoidy)

Calliphora vicina

Lucilia

Calliphora vomitoria

(Robineau-Desuoidy)

Calliphora erythrocephala

Scatophanga

(Meigen)

Tachina fera

Tachina

Tachina larvarum

(Meigen)

Hypoderma bovis

Deliabrassicae

La presente tabella riporta la famiglia delle Musciade ed alcune famiglie filogeneticamente vicine, presenti negli habitats italiani, del sottordine dei Cicloraffi dell'ordine dei ditteri.